È stata varata la SEN, strategia energetica nazionale, presentata dal Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e da quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Tra le tante misure che l’Italia adotterà entro il 2030, è stato ufficializzato l’addio al carbone stabilito entro il 2025.
La politica energetica definita dalla SEN, prevede diversi punti che rappresentano un importante passo verso la rivoluzione energetica che mira gradualmente alla conversione dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili. Vediamo insieme in dettaglio i passaggi fondamentali:
- la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025, che oggi producono 8 gigawatt di potenza. Un punto in linea con le tendenze internazionali, poiché è recente l’annuncio della rinuncia al carbone anche da parte di Gran Bretagna e Canada. Il Governo intende compensare il fabbisogno energetico nazionale incrementando con il gas che passerà dagli odierni 111 TWh a 118 TWh nel 2030. C’è la volontà di aumentare anche le centrali a fonte rinnovabile, cambiamento che dovrà incontrare anche un mutamento delle mentalità delle amministrazioni locali che dovranno dimostrarsi favorevoli alla realizzazione di questi impianti;
- il traguardo del 28% dei consumi energetici coperti da fonti rinnovabili, di questi in particolare il 55% riguarda l’elettricità. Questo sarà possibile grazie ad un più attento e consapevole consumo energetico a cui il cittadino dovrà essere educato al fine di incrementare l’efficienza energetica nazionale, stimata in calo del 30% dei consumi;
- un aumento della sicurezza nell’approvvigionamento energetico. Per tal fine si è preventivato una diminuzione della dipendenza energetica da fonti acquistate dall’estero, passando dal 76% del 2015 al 64% del 2030, che porterà ad un risparmio di ben 9 miliardi di euro sulla bolletta elettrica nazionale;
- una promozione della mobilità pubblica che contrasti l’inquinamento prodotto dalle auto alimentate da combustibili fossili;
- una politica di incremento dei carburanti sostenibili in vista dei 5 milioni di veicoli elettrici circolanti, che il Governo ha pronosticato per il 2030.
- l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica dell’80% rispetto al 1990, una mossa che si allinea alla strategia dell’Unione Europea attuata per combattere i cambiamenti climatici e le sue catastrofiche conseguenze.
Il Governo stima che sarà necessario stanziare 175 miliardi ripartiti in 30 miliardi destinati alla realizzazione di infrastrutture per gas ed elettricità, 35 miliardi invece per le fonti rinnovabili ed i rimanenti 110 miliardi andranno per intervenire sull’efficienza energetica dell’intero paese, che ricordiamo significare agire per migliorare il consumo energetico.
Questi sono i passi tracciati dall’Italia che conducono ad un nuovo futuro energetico che al momento vede ancora contrapporsi le forze economiche mondiali legate da un lato alle fonti fossili e dall'altro a quelle rinnovabili.
Non sono mancate le critiche alle disposizioni della SEN giudicate da molti esponenti del mondo ambientalista troppo poco coraggiose. Pur entusiasta per la conquista della decarbonizzazione, è stata criticata particolarmente la volontà di incrementare l’approvvigionamento di gas anzichè incentivare ulteriormente le fonti rinnovabili per colmare il vuoto lasciato dal carbone. “Non possiamo pensare di sostituire il carbone con il gas naturale”, così si è espresso Giuseppe Onufrio, rappresentante di Greenpeace Italia, che ha sottolineato inoltre la necessità di informare ed educare i cittadini sulle nuove fonti rinnovabili, con l’obiettivo di offrire tutti gli strumenti per diventare consumatori consapevoli.
Il provvedimento SEN è rivedibile ogni 3 anni, staremo a vedere se il Governo correggerà il tiro in funzione di una logica più orientata sulla produzione di energia pulita, oppure rimarrà fermo sulle proprie posizioni.
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